

LEGNO
In Madagascar il legno è da sempre stato utilizzato per la realizzazione artigianale di oggetti simbolici e suppellettili per uso domestico. A seconda della regione e della tradizione, si sono sviluppate tecniche differenti di lavorazione, tra cui scultura, intarsio e bassorilievo, grazie anche alla varietà e preziosità dei legni di Palissandro (Dalbergia baronii), che la foresta ha messo a disposizione dei malgasci, come il Bois de Rose e l’Ebano nero.
Dopo anni di deforestazione incontrollata, oggi fortunatamente si sta sviluppando una cultura di salvaguardia dell’ambiente, che non permette più la lavorazione e commercializzazione di essenze pregiate, ma solo di varietà boschive facilmente rigenerabili. Il legno importato è ormai quasi esclusivamente chinino e legno di sottobosco mentre non si lavorano più Palissandro e Bois de Rose, legni estremamente pregiati ma anche fonte prima della distruzione della foresta pluviale. Con gli artigiani si continua a fare un lavoro di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e a fornire giovani piante per il rimboschimento.
GLI ARTIGIANI DEL LEGNO: IL GRUPPO ETNICO ZAFIMANIRY (MADAGASCAR)
Abitare una zona impervia, di montagna, lontana dalle strade battute, sospesa nel tempo come le sue Foreste Millenarie di palissandro e altri legni pregiati, dalla crescita lentissima, ma decimate dal taglio e dal commercio illegale del legno.
Conoscere le piante aromatiche e coloranti, coltivare il mais per la polenta e la canna da zucchero per la grappa ma non rinunciare, se non con fatica, a dissodare il terreno con il fuoco, impoverendolo e inaridendolo. Saper costruire case di legno senza usare chiodi, incidere il legno con simboli ancestrali, essere depositari di una cultura antica, riconosciuta dall’Unesco, ma faticare a trovare il legno da lavorare e scolpire.
Fare chilometri e chilometri a piedi per andare a scuola, o trovare una medicina o arrivare in città per cercare di vendere i prodotti di artigianato in legno pregiato.
Tutto questo fa parte delle vite degli artigiani Zafimaniry. Grazie al Commercio Equo, hanno dato più valore al loro artigianato, non solo perché viene pagato alla consegna ad un prezzo concordato regolarmente, ma soprattutto, perché, impegnandosi in attività di rimboschimento e di taglio responsabile del palissandro, contribuiscono a rendere più sostenibile e duraturo il loro lavoro. Allo stesso tempo, stanno utilizzando sempre di più i legni ordinari, che, anche se meno pregiati, hanno una crescita più veloce e quindi non contribuiscono a ridurre le foreste millenarie delle montagne Zafimaniry.
Theophile è uno Zafimaniry e vive nel villaggio di Ambohimanjaka.
Quella dove abita Theophile è una zona impervia da abitare: di montagna, lontana dalle strade battute, frequentata da chi si dedica al taglio e al commercio illegale del legno. È una zona difficile da coltivare, dove crescono mais, canne da zucchero e fagioli. Qui la popolazione usa il fuoco per dissodare il terreno. Fino al 2000, quando ha iniziato a lavorare a produrre manufatti per il Commercio Equo e Solidale, Theophile si dedicava quasi esclusivamente alla Toka, un distillato di canna da zucchero tipico della zona, che vendeva illegalmente nella città di Ambositra. Oggi grazie al commercio equo si dedica prevalentemente all’artigianato.
Apollinaire: Ambohimanjaka si trova a due ore di cammino da Ambohimitombo, villaggio a diverse ore di macchina da Ambositra. Tutto intorno colline bruciate e, subito dietro, la foresta millenaria. Qui la vita è difficile, dove il Tavy, la pratica tradizionale del “taglia e brucia”, è usato per coltivare mais e fagioli che servono all’autosussistenza. Apollinaire produce oggetti per il Commercio Equo e Solidale dal 1997, quando giovanissimo ha iniziato a gestire le attività artigianali del padre. Con lui lavorano altri cinque artigiani del suo clan. Tradizionalmente gli Zafimaniry lavorano Palissandro e Bois de Rose, legni duri, resistenti, facili da lavorare con i loro semplici attrezzi tradizionali. Grazie alle formazioni ricevute negli anni oggi lavorano prevalentemente varietà del sottobosco: legni sicuramente meno pregiati, ma che preservano la foresta.
Il padre di Roland era il Mpanjaka, interessato al benessere della sua gente, un conoscitore della foresta e delle sue piante. Costruiva case di legno senza usare chiodi, utilizzando dieci varietà di legno; su porte e finestre incideva i simboli ancestrali. Roland collabora con il Commercio Equo e Solidale dal 1993. Con lui lavorano in una decina di uomini del suo clan. Le donne Zafimaniry generalmente non si dedicano ad attività artigianali, se non per qualche finitura. Si occupano infatti di coltivare i campi, gestiscono la casa e crescono i figli. L’artigianato invece, che porta in sé simboli e tradizioni legate al culto degli antenati, è appannaggio degli uomini. Roland realizza elementi d’arredo tipici della tradizione Zafimaniry e suppellettili per la tavola. Si impegna, insieme agli altri artigiani del villaggio, in attività di rimboschimento e di taglio responsabile del palissandro; contribuendo a rendere più sostenibile e duraturo il loro lavoro.
GLI ARTIGIANI DEL LEGNO: MAHARIVO E AMBOSITRA (MADAGASCAR)
Maharivo è un piccolo villaggio dove tutti sono artigiani e vendono nella città di Ambositra che è universalmente considerata la capitale dell’artigianato in legno.
Il villaggio di Maharivo era famoso per la produzione di scatole tonde, che venivano lavorate con dei torni manuali, mossi dalle donne. Le donne avevano tutte grossi problemi alla spalla e al gomito, perché passavano le giornate a girare i torni mentre gli uomini scolpivano. Nel 1993 è arrivata grazie ai progetti del Commercio Equo e Solidale l’elettricità in questo piccolissimo villaggio e ad elettrificare i torni, così da tutelare la salute delle donne. È molto affascinante vedere tutti questi artigiani che con attrezzi semplicissimi realizzano oggetti ricchi di fascino.
Tafitaniaina sostiene i progetti di rimboschimento della foresta millenaria, spronando tutto il villaggio ad una maggiore attenzione nella selezione dei legni da lavorare. Nel 2009 ha preso il posto del padre che dal 1987 lavorava il legno secondo i criteri del commercio Equo e Solidale. Tafitaniaina vive a Maharivo, villaggio particolarmente all’avanguardia nella lavorazione del legno. Questo piccolo paese infatti, a differenza di molti altri, è fornito anche di torni, che da alcuni anni sono diventati elettrici che si sono aggiunti al resto degli attrezzi strettamente tradizionali.
Masimanana vive a Maharivo, nella periferia sud di Ambositra, dove ha preso il posto di suo padre, dopo che è andato in pensione. Sono in sei della sua famiglia a lavorare insieme.
GLI ARTIGIANI DEL LEGNO: MAHARIVO E AMBOSITRA (MADAGASCAR)
Maharivo è un piccolo villaggio dove tutti sono artigiani e vendono nella città di Ambositra che è universalmente considerata la capitale dell’artigianato in legno.
Il villaggio di Maharivo era famoso per la produzione di scatole tonde, che venivano lavorate con dei torni manuali, mossi dalle donne. Le donne avevano tutte grossi problemi alla spalla e al gomito, perché passavano le giornate a girare i torni mentre gli uomini scolpivano. Nel 1993 è arrivata grazie ai progetti del COMES l’elettricità in questo piccolissimo villaggio e ad elettrificare i torni, così da tutelare la salute delle donne. È molto affascinante girare per questo villaggio e vedere tutti questi artigiani che con attrezzi semplicissimi realizzano oggetti ricchi di fascino.
Tafitaniaina sostiene i progetti di rimboschimento della foresta millenaria, spronando tutto il villaggio ad una maggiore attenzione nella selezione dei legni da lavorare. Nel 2009 ha preso il posto del padre che dal 1987 lavorava il legno secondo i criteri del commercio Equo e Solidale. Tafitaniaina vive a Maharivo, villaggio particolarmente all’avanguardia nella lavorazione del legno. Questo piccolo paese infatti, a differenza di molti altri, è fornito anche di torni, che da alcuni anni sono diventati elettrici che si sono aggiunti al resto degli attrezzi strettamente tradizionali.
Masimanana vive a Maharivo, nella periferia sud di Ambositra, dove ha preso il posto di suo padre, dopo che è andato in pensione. Sono in sei della sua famiglia a lavorare insieme.
GLI ARTIGIANI DEL LEGNO: IL GRUPPO ETNICO ZAFIMANIRY (MADAGASCAR)
Abitare una zona impervia, di montagna, lontana dalle strade battute, sospesa nel tempo come le sue Foreste Millenarie di palissandro e altri legni pregiati, dalla crescita lentissima, ma decimate dal taglio e dal commercio illegale del legno.
Conoscere le piante aromatiche e coloranti, coltivare il mais per la polenta e la canna da zucchero per la grappa ma non rinunciare, se non con fatica, a dissodare il terreno con il fuoco, impoverendolo e inaridendolo. Saper costruire case di legno senza usare chiodi, incidere il legno con simboli ancestrali, essere depositari di una cultura antica, riconosciuta dall’Unesco, ma faticare a trovare il legno da lavorare e scolpire.
Fare chilometri e chilometri a piedi per andare a scuola, o trovare una medicina o arrivare in città per cercare di vendere i prodotti di artigianato in legno pregiato.
Tutto questo fa parte delle vite degli artigiani Zafimaniry. Grazie al Commercio Equo, hanno dato più valore al loro artigianato, non solo perché viene pagato alla consegna ad un prezzo concordato regolarmente, ma soprattutto, perché, impegnandosi in attività di rimboschimento e di taglio responsabile del palissandro, contribuiscono a rendere più sostenibile e duraturo il loro lavoro. Allo stesso tempo, stanno utilizzando sempre di più i legni ordinari, che, anche se meno pregiati, hanno una crescita più veloce e quindi non contribuiscono a ridurre le foreste millenarie delle montagne Zafimaniry.
Theophile è uno Zafimaniry e vive nel villaggio di Ambohimanjaka.
Quella dove abita Theophile è una zona impervia da abitare: di montagna, lontana dalle strade battute, frequentata da chi si dedica al taglio e al commercio illegale del legno. È una zona difficile da coltivare, dove crescono mais, canne da zucchero e fagioli. Qui la popolazione usa il fuoco per dissodare il terreno. Fino al 2000, quando ha iniziato a lavorare a produrre manufatti per il Commercio Equo e Solidale, Theophile si dedicava quasi esclusivamente alla Toka, un distillato di canna da zucchero tipico della zona, che vendeva illegalmente nella città di Ambositra. Oggi grazie al commercio equo si dedica prevalentemente all’artigianato.
Apollinaire: Ambohimanjaka si trova a due ore di cammino da Ambohimitombo, villaggio a diverse ore di macchina da Ambositra. Tutto intorno colline bruciate e, subito dietro, la foresta millenaria. Qui la vita è difficile, dove il Tavy, la pratica tradizionale del “taglia e brucia”, è usato per coltivare mais e fagioli che servono all’autosussistenza. Apollinaire produce oggetti per il Commercio Equo e Solidale dal 1997, quando giovanissimo ha iniziato a gestire le attività artigianali del padre. Con lui lavorano altri cinque artigiani del suo clan. Tradizionalmente gli Zafimaniry lavorano Palissandro e Bois de Rose, legni duri, resistenti, facili da lavorare con i loro semplici attrezzi tradizionali. Grazie alle formazioni ricevute negli anni oggi lavorano prevalentemente varietà del sottobosco: legni sicuramente meno pregiati, ma che preservano la foresta.
Il padre di Roland era il Mpanjaka, interessato al benessere della sua gente, un conoscitore della foresta e delle sue piante. Costruiva case di legno senza usare chiodi, utilizzando dieci varietà di legno; su porte e finestre incideva i simboli ancestrali. Roland collabora con il Commercio Equo e Solidale dal 1993. Con lui lavorano in una decina di uomini del suo clan. Le donne Zafimaniry generalmente non si dedicano ad attività artigianali, se non per qualche finitura. Si occupano infatti di coltivare i campi, gestiscono la casa e crescono i figli. L’artigianato invece, che porta in sé simboli e tradizioni legate al culto degli antenati, è appannaggio degli uomini. Roland realizza elementi d’arredo tipici della tradizione Zafimaniry e suppellettili per la tavola. Si impegna, insieme agli altri artigiani del villaggio, in attività di rimboschimento e di taglio responsabile del palissandro; contribuendo a rendere più sostenibile e duraturo il loro lavoro.
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