FIBRE NATURALI

Molte sono le fibre vegetali lavorate in MadagascarRaphiaPenzySisalSatranaRangotraRavinala e tante altre, a seconda delle regioni.
In ogni zona ci sono fibre del luogo che da sempre vengono utilizzate per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano. Tradizionalmente, in alcune tribù, le fibre vegetali erano utilizzate anche per la realizzazione di abiti.
Tra tutte quelle presenti sull’isola, la più diffusa è sicuramente la rafia. Si ricava da una pianta autoctona, la Raphia farinifera, che cresce spontanea lungo le coste, in ambienti palustri boscosi o lungo le sponde dei fiumi.
Le fibre vegetali possono essere sottoposte a diversi tipi di lavorazioni.
La rafia, se lavorata a telaio, viene trasformata in un tessuto particolare che si chiama Rabanne.
Intrecciando, unendo, cucendo, arrotolando le fibre, gli artigiani riescono a realizzare: cesti, scatole, sottopentola, bomboniere, pochette, borse, cappelli, portaoggetti e molto altro.

ARTIGIANI DELLE FIBRE VEGETALI: BEHENJY (MADAGASCAR)

Il gruppo che per noi lavora le fibre vegetali, è composto da 30 donne che lavorano insieme, nei dintorni di Behenjy, un piccolo villaggio lungo la route national n°7, la strada che dalla capitale porta verso sud.
Vivono in campagna, coltivano il riso e altri prodotti per l’autoconsumo, raccolgono fibre vegetali con cui producono gli oggetti di artigianato. La lavorazione della rafia e del sisal è molto diffusa in questa zona, dove le donne la lavorano da sempre per produrre oggetti di uso quotidiano per le proprie famiglie. La lavorazione artigianale delle fibre vegetali è l’attività che consente loro di avere soldi per comprare ciò che non possono prodursi e per mandare i figli a scuola. Queste donne fanno parte della Coooperativa Finihavana che ha sede ad Antananrivo e che raggruppa molti artigiani della zona della capitale.
Con Finihavana organizzano diversi servizi per i propri membri, supporto sanitario, sostegno economico per le tasse scolastiche e a chi temporaneamente è senza lavoro.

Lolomihanta vive a Behenjy. Sono dieci le donne che lavorano insieme a lei, nel suo atelier. Tra di loro c’è chi tinge la rafia, chi ne fa strisce sottili pronte per la tessitura, chi la tesse su semplici telai manuali, chi la lavora con l’uncinetto e chi realizza i prodotti finiti. Lolomihanta è una donna energica e allegra; un’artigiana meticolosa e attenta. Grazie alle formazioni che sono state organizzate per loro, sono passate da una produzione semplice e tradizionale al saper realizzare oggetti adatti anche ad un mercato che richiede qualità, design e rifiniture più alte.

ARTIGIANI DELLE FIBRE VEGETALI: ANTANANARIVO E AMBOSITRA (MADAGASCAR)

Madame Bakoly ha vissuto da sempre tra Ambositra e Fandriana, in una zona di grande tradizione per la lavorazione della raphia. Madame Bakoly conosce i segreti della tradizione e realizza  abiti di raphia, cappelli, borse e altri oggetti, anche intrecciandola e/o associandola ad altre fibre vegetali. Da più di vent’anni, nel suo atelier lavorano una decina di donne, che oltre ad un salario regolare ricevono assistenza sanitaria e supporto per la scolarizzazione dei figli.

Madame Blandine abita vicino ad Antananarivo, dove lavora con una decina di donne con cui condivide i proventi della vendita dei prodotti e, soprattutto, inventa e realizza nuove creazioni, dai sottopiatti e sottobicchieri coloratissimi, fino alle decorazioni per bomboniere.
Nonostante abbia una casa dignitosa e la possibilità di trasferirsi in una zona migliore, non ha mai voluto lasciare quello che considera il suo “villaggio”.
Quando ha iniziato a lavorare nel Commercio Equo e Solidale, Blandine era una giovane donna sola con cinque figli da crescere e tanta voglia di riscatto e di autonomia. È sempre stata presente e attiva nel lavoro, come nelle relazioni e si è impegnata molto a far nascere negli artigiani della capitale la consapevolezza dei propri diritti. La sua fibra preferita è la rafia che lavora con grande maestria.

Hasina ha cominciato a lavorare la rafia fin da giovanissima, ma questo non le ha impedito di terminare le scuole superiori. Oggi è sposata e ha 3 figli. Lavora insieme al marito e ad alcune donne del suo villaggio e si occupa del coordinamento delle attività del suo laboratorio, a 20 km dalla capitale. È intraprendente e curiosa, sempre pronta a sviluppare nuove linee di prodotto. La sua famiglia lavora nel Commercio Equo e Solidale fin dal 1990.
Il gruppo di artigiani è molto versatile e lavora rafia, sisal e rabanne, realizzando diverse tipologie di prodotti. Acquistano la materia prima dai produttori della costa, ma si occupano direttamente della tintura e della tessitura. Come moltissimi artigiani, Hasina e suo marito Lita continuano a coltivare le risaie, ad allevare piccoli animali e a mantenere una quota di mercato locale che permette loro di non dipendere esclusivamente dal commercio.

Di Emile si può veramente dire che è “figlio d’arte” della raphia e del commercio equo. Suo padre, Rasolofo, artigiano della raphia a Ambohitrapeto, alle porte di Antananarivo, fu tra i primi a scegliere di lavorare nel commercio equo per garantire un’esistenza decorosa e duratura alla sua famiglia e a tutto il suo villaggio.
Emile ha raccolto questa “eredità” lavorando e gestendo l’atelier insieme alla moglie e impegnandosi, in maniera volontaria, nell’associazione Fiavotana che, ad Antanarivo e ad Ambositra, raggruppa più di 150 artigiani.